3 DICEMBRE 1967 - MICHELI ESPONE A FIRENZE

9 DICEMBRE 1967 - MICHELI ESPONE A FIRENZE ALLA GALLERIA SANTACROCE

3 dicembre 1967 – LA NAZIONE
TRA MOSTRE E PITTORI
MICHELI ESPONE A FIRENZE

Il nostro ottimo pittore Massimo Micheli, uno dei migliori giovani ritrattisti toscani, esporrà alla “Santa Croce” di Firenze dal 16 dicembre al 5 gennaio. Visiteremo volentieri questa sua mostra, della quale ci ripromettiamo di parlare.


9 dicembre 1967 IL TIRRENO
M. MICHELI A FIRENZE

Massimo Micheli, il giovane e quotato pittore viareggino, inaugurerà presto a Firenze una mostra personale che è attesa negli ambienti artistici non solo della capitale toscana ma anche degli altri centri dove Micheli è ben noto.
La mostra, destinata a essere un vero e proprio avvenimento natalizio, si aprirà sabato 16 dicembre alla galleria S: Croce nella piazza omonima e resterà aperta fino al 5 gennaio prossimo.
Micheli presenterà una trentina di opere fra cui spiccano nove strappi d’affresco con fiori e frutta, oltre a numerose figure che sono un po’ la caratteristica della sua arte.
La “vernice” si terrà sabato 16 dicembre alle ore 18,30 e v’interverranno anche numerosi amici ed estimatori viareggini del pittore, che è emigrato da qualche tempo dalla nostra città lasciando tuttavia un affettuoso ricordo di sé e piacevolissimi saggi della sua arte.
Nella foto: un ritratto del 1957, che fa parte della collezione del prof. C. A. Di Grazia.

22 dicembre 1967 NAZIONE SERA
LE MOSTRE IN ITALIA
FIRENZE MASSIMO MICHELI ALLA SANTACROCE
Piazza Santa Croce 13 r

Di: m.
All’origine della ricerca espressiva (nella quale, ancora, le scorie e le ingenuità si mischiano e si succedono agli autentici valori) di Massimo Micheli – e si veda la personale dell’artista in corso alla galleria Santacroce – centrata su evidenti moduli figurativi tendenti ad astrarsi in un’appassionante sintesi dei valori formali, c’è tutta una particolarissima gamma di colori ora trasparenti e ora appena percettibili, ora quanto mai accesi e ora, addirittura sensuali: una “materia” densa e accuratamente stratificata e che viene rivelandosi e precisandosi, sempre più, di una graduale e contemporanea rarefazione e stilizzazione dei soggetti e delle “occasioni” care all’artista.
E’ a ben guardare, il lento ma continuo erompere e affiorare delle figure e delle nature morte del Micheli (ma si notino, in maniera particolare, taluni suoi grappoli di fiori, resi più immediati e credibili da sonore e rigorose note monocrome), ci si accorge come i suoi interessi precipui vadano ben oltre le effimere effusioni dovute a un costante apporto mnemonico (talvolta ancora confuso e addirittura ingombrante). Il lavoro di Micheli si riscatta, diciamo così, lungo l’arco di una sottile cronaca lirica e morale, appunto, a volte fin troppo generosamente elaborata, altre è ridotta a una sottile pellicola che lascia intravedere la trama della tavola, in un serrato e minuzioso infittirsi e riempirsi si piani convergenti (sui quali le variazioni sul tema natura acquistano valori e soluzioni pressoché infinite) e d’immagini in metamorfosi. La mostra chiuderà il 5 gennaio.







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